Ponte Rotto

A sud dell’isola Tiberina è possibile vedere quello che i romani chiamano “Ponte Rotto” si scorge solo l’arcata rimasta in piedi dopo il crollo nel 1598 di quello che era l’antico “Pons Aemilius”. Ponte Rotto, ovviamente non ha sempre avuto questo nome, ma nel corso della sua millenaria storia, dalla sua costruzione lo ha più volte cambiato. La costruzione fu iniziata per volere di Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore nel 179 a.C. per essere completata all’incirca nel 129 a.C. da Lucio Mummio. Inizialmente aveva arcate in pietra e carreggiata in Legno. Fu poi chiamato ponte “Massimo” dopo un primo restauro da parte dell’imperatore Augusto e conservò il nome fino all’872. Papa Giovanni VIII lo cambiò in Ponte Santa Maria in onore di una chiesa costruita a Campo Boario Santa Maria Egiziaca. Papa Onorio III nel 1220 lo fece ricostruire dopo un crollo e durò fino al 1557 quando una violenta piena del Tevere lo tirò giù. Nel 1573 è la volta di Papa Gregorio XIII che lo fece ricostruire per l’ennesima volta e gli diede il nome di “Ponte Senatorio”. Alla vigilia di Natale del 1598 una violentissima piena del Tevere ne spazzò via oltre la metà nacque cosi “Ponte Rotto”. La metà rimasta in piedi era ancorata alla riva sinistra e tra il 1853 e il 1887 fu realizzato un giardino pensile, le arcate dalla riva sinistra furono definitivamente demolite per far posto a Ponte Palatino. Una delle leggende legate al ponte è quella che tra i suoi detriti siano presenti tesori archeologici tra i quali un candelabro a setter bracci risalente al 70 d.C. e trafugato dall’imperatore Tito a Gerusalemme

Ponte Rotto
Foto by: Leonardo Buluggiu.

Ponte Rotto
Foto by: Leonardo Buluggiu.

Ponte Rotto
Foto by: Leonardo Buluggiu.

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